mercoledì 9 febbraio 2011

Le gambe di Sonia - Capitolo 2: Prospettive (parte 2)

Sonia abbozzò mezzo sorriso senza scomporsi, mi guardò qualche secondo in silenzio e mi chiese se avevo una sigaretta da offrirle. Presi il pacchetto dalla tasca della camicia e glielo lanciai con disinvoltura. Lei lo afferrò, ne estrasse lentamente una sigaretta e si alzò per prendere l'accendino da un cassetto della scrivania.
Io aspettavo la sua mossa. Avevo simulato sicurezza e continuavo a ostentare disinvoltura, ma mi ero accorto che le mie parole non avevano avuto granchè effetto su di lei, anche se non capivo cosa avesse in mente. Sonia dal canto suo continuava a fare tutto lentamente, come volendo creare un alone di attesa, ma dando l'impressione di sapere già bene quale sarebbe stata la sua mossa.

Si rimise seduta sulla scrivania accavallando nuovamente le gambe e facendo roteare lentamente e sinuosamente il piede destro.
“Vedi”, esordì, “tu non ti sei preso la colpa al posto mio per farmi un favore, o per uno scambio di favori...”
“Ah no? E perchè lo avrei fatto allora?”, le chiesi cercando di simulare un tono di sufficienza.
“Lo hai fatto per debolezza”, mi rispose con un sorriso compiaciuto.
“Debolezza?”
“Sì. Lo hai fatto perchè non sapevi sopportare una leggera pressione del mio piede sulle tue palle. Lo hai fatto perchè sei stato debole e manipolabile, non certo per farmi un favore. Quindi se vuoi ancora quel posto nello studio grafico sei in debito con me. Decisamente in debito con me”, sottolineò.

Per quanto il suo pensiero fosse arrogante, sembrava quasi avere ragione. Non ero entrato nella sala della riunione con la convinzione di accettare lo scambio di favori, e più rimarcava la mia debolezza di quel momento, più tornavo a sentirmi debole.

Nessun commento:

Posta un commento