lunedì 1 novembre 2010

Le gambe di Sonia - Capitolo 1: La riunione (parte 7)



“Prima che diciate qualcosa”, riprese la vicepresidentessa, “devo spiegarvi cosa succederà. Se tu ora mi dici che non hai fatto alcun errore io dovrò a chiedere a Sonia se per caso ti ha detto che i dati erano corretti senza aver ancora effettuato l'ultimo salvataggio sul database. In caso lei mi risponda di sì la cosa si chiuderebbe qui. Analogamente la cosa si chiude qui se tu mi dici che hai chiesto a Sonia conferma della correttezza dei dati sul database solo dopo aver già prelevato una versione dei file precedente al suo ultimo salvataggio. Se invece entrambi negate che l'errore sia stato vostro bisognerà chiamare dei tecnici esterni che verifichino tutti i backup-up eseguiti sul database e quelli del tuo computer, per confrontarli e stabilire chi e quando ha sbagliato. Tutto chiaro fin qui?”

A quel punto accadde qualcosa che per me era veramente inimmaginabile. Mentre Katya prendeva una pausa nel suo discorso per guardarci negli occhi, Sonia si sfilò una scarpa sotto il tavolo e iniziò ad accarezzarmi la gamba destra, salendo dalla caviglia fino al ginocchio.
Questa cosa iniziò a mettermi in uno stato di profonda confusione. Già ero indeciso su cosa fare riguardo alla riunione, in più, di fronte a quello che stava facendo Sonia, ero indeciso se essere più infastidito, dato lo scarsissimo fascino che Sonia poteva esercitare su di me, o sorpreso dal fatto che una ragazza come lei stesse tentando una mossa del genere con me.

Non so di preciso che espressione avessi, ma doveva essere un'espressione indubbiamente stranita. Guardai per un attimo con sorpresa Sonia, che però aveva lo sguardo rivolto altrove, poi rivolsi di nuovo lo sguardo verso Katya, notando che continuava a guardarmi. Doveva aver colto quel qualcosa di poco naturale e poco rilassato che iniziava ad esserci nel mio atteggiamento, e immagino che questo la indusse a credere che ero io quello che temeva di essere stato ormai scoperto.
Questa rapida catena di pensieri stava inoltre sviluppandosi troppo in fretta, rendendomi sempre confuso, e la confusione aumentò quando mi resi conto che mentre pensavo a tutto questo il piede di Sonia era già arrivato fra le mie cosce. La pianta del piede calda mi stava accarezzando il pene, che ormai aveva raggiunto una debole erezione. L'idea che una donna che non trovavo per nulla sexy, addirittura fastidiosa, e che in un qualsiasi altro momento avrei respinto vigorosamente, stesse facendo quel che stava facendo mi irritava, e ancor più mi infastidiva il fatto che fosse riuscita ad arrivare fin lì, iniziandomi a far sentire un senso di debolezza, che mi confondeva ulteriormente e paralizzava.

Katya riprese a parlare, ma io non riuscivo ad essere concentrato sulle sue parole. Disse qualcosa riguardo al fatto che mi era stata lasciata una responsabilità per cui non ero pagato, che ne avrebbe tenuto conto e che sarebbe stata benevola nelle conclusioni della sua relazione. Credo che accennò anche al fatto che le era giunta voce che mi stavo guardando intorno, e che avrei potuto dare dimissioni spontanee una volta trovato un nuovo lavoro.

A meta' di questo discorso sentii il piede di Sonia scendere più in basso, premere con le dita dei piedi contro la base del pene e poi spingere verso il basso, schiacciandomi le palle.
Katya incalzava con le sue rassicurazioni mentre Sonia continuava a premere e muovere le dita spostando la pressione da una parte e dall'altra. Io mio stavo irrigidendo, diventavo rosso e non riuscivo a guardare Katya negli occhi. Tenevo lo sguardo basso e ogni volta che alzavo lo sguardo verso Sonia, lei mi stava guardando negli occhi e aumentava leggermente la pressione abbozzando un sorriso compiaciuto.

“Ok, ok...”, dissi a un certo punto guardando Sonia nell'evidente intento di farla smettere.
Sonia però spinse ancora più forte, facendomi intendere chiaramente che non intendeva mollare la presa finché non fossi stato più esplicito davanti a Katya.

Cercavo di dissimulare il dolore mentre confessavo a Katya di aver chiesto conferma sui dati a Sonia di martedì, dicendole che avrei finito entro sera, a lasciandole quindi intendere che mercoledì poteva continuare a lavorare sul database senza preoccuparsi di me. Mercoledì mattina ci eravamo anche visti e non le avevo detto che poi i dati non li avevo ancora prelevati, quindi lei avrebbe potuto lavorare tranquillamente sui file, spostandoli e rinominandoli come voleva. Io poi avevo preso i dati al mercoledì verso l'ora di pranzo e non le avevo chiesto successiva conferma.

Dopo aver sentito quello che avevo da dire, Katya si girò verso Sonia chiedendole conferma di quanto avevo detto. Sonia era finalmente rilassata in viso, e aveva un sorriso di cui Katya non avrebbe mai immaginato il motivo. Sonia rimase qualche attimo in silenzio, fingendo di riguardare i suoi appunti; rigirò con insistenza le dita dei piedi fra le mie palle causandomi l'ultimo sussulto di dolore prima di sorridere e confermare a Katya la mia versione.
Feci un sospiro di sollievo, che Katya dovette interpretare come il sollievo del colpevole che si toglie fintamente un peso dallo stomaco. Io ero in uno stato confusionale; Sonia mi aveva fatto sentire debole, soprattutto per il fatto che mi sarei anche potuto aspettare di subire qualcosa del genere da una donna che reputavo affascinante. Il fatto che invece era stata proprio lei a farmi questo, una donna insicura, debole e per nulla affascinante, mi faceva sentire doppiamente debole.

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Il secondo capitolo online a partire dal 15 gennaio

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