lunedì 1 novembre 2010

Le gambe di Sonia - Capitolo 1: La riunione (parte 2)

Erano le 8:32 del mattino, io mi ero appena seduto alla mia scrivania nell'ufficio che condividevo con un collaboratore esterno che attaccava alle dieci e il computer si stava giusto avviando. Sonia entrò con quel suo solito sorriso di chi crede di dire qualcosa di simpatico senza rendersi conto non c'è nulla di simpatico in ciò che ha da dire. Indossava un maglione nero a collo alto, piuttosto elegante, una collana con un pendaglio che sembrava avere qualche valore, una gonna nera lucida, calze nere e scarpe nere a punta arrotondata, simili a delle ballerine ma con un tacco largo alto non più di tre dita. Indosso a un'altra persona avrei detto che aveva scelto un abbigliamento educatamente sexy, sembrava essersi messa a posto per una riunione importante; riunione di cui a breve avrei conosciuto l'esistenza.

Entrò tutta trafelata chiudendo la porta dietro di sé, e appunto mi chiese di farle un favore.

“Dimmi”, le risposi con la noncuranza di chi non vuole sembrare troppo infastidito. Del resto iniziare la giornata lavorativa con una collega non troppo simpatica, che crede che tu sia suo amico, che ti piomba nell'ufficio chiedendoti un favore, prima ancora che il tuo computer si sia avviato, non è il migliore dei modi.

“Devi coprirmi alla riunione di oggi”, mi disse sorridendo come se mi stesse chiedendo di passarle una penna.
“Coprirti in che senso? E poi... che riunione?”, non sapevo infatti di nessuna riunione.
“Sai le presentazioni per le aziende di febbraio? Quelle con il 20/70?”

20/70 era il nome che utilizzavamo in azienda come abbreviativo del nome di un prodotto. Non scenderò in dettagli sempre per questioni di riservatezza, però posso dire che era il prodotto di punta che proponevamo ai nostri clienti per la campagna primaverile. Le presentazioni le avevo preparate io con i dati presi da un database in cui lei aveva inserito i vari dati tecnici.
Il problema nasceva dal fatto che su quel database erano presenti anche i dati di prodotti già testati ma che non sarebbero stati immessi sul mercato prima di due anni.
Si trattava di uno dei segreti di pulcinella del settore, e non solo del nostro. Sia noi che i nostri competitors eravamo già avanti nella ricerca, ma mettevamo in commercio prodotti intermedi giocando sul fatto che, quando avremmo messo in commercio i prodotti più performanti, parte dei clienti avrebbe acquistato il nuovo prodotto per tenersi in pari con i relativi competitors anche senza aver ancora smaltito le scorte del vecchio prodotto meno performante, generando per noi un surplus di introiti di almeno il dieci percento. In più, così facendo, anche i nostri partner strategici che producevano macchinari per industrie, potevano fare lo stesso gioco. E, aggiungendo che in alcuni casi la multinazionale per cui lavoravo aveva anche delle quote nelle società partner, il surplus di fatturato passava dal 10% al 15% circa.

Per farla breve: Sonia aveva fatto un errore nel salvataggio dei file, per cui i dati che io avevo inserito nelle presentazioni erano quelli dei prodotti non ancora commercializzati, dati che erano già stati caricati sul database perché venivano utilizzati nelle presentazioni interne e con i partner strategici. L'errore era stato suo, non mio. Io avevo preso infatti i file giusti, ma in quei file c'erano i dati sbagliati. In più, per una sfortunata coincidenza, il mio supervisore era assente nella settimana in cui erano state inviate le presentazioni ai clienti, e mi aveva lasciato la responsabilità del controllo finale. Era evidente che mio compito, non essendo un chimico, fosse quello di verificare che i file da cui avevo preso i dati erano quelli stabiliti nel briefing della settimana precedente, dopo aver chiesto a Sonia se i dati, al momento in cui li prelevavo dai file, erano quelli corretti. Lei mi aveva dato l'ok, fidandosi di se stessa.

I clienti avevano quindi ricevuto la presentazione di un prodotto che ancora non era pronto, ma a quel punto potevano iniziare a fare pressione perché' il prodotto entrasse in commercio prima della data prevista dalla società. Il problema in sé poteva anche essere arginabile, se non fosse per l'esistenza di un altro segreto di pulcinella: ovvero sia noi che i nostri competitors facevamo lo stesso gioco, più o meno di comune accordo. Quando però iniziò a girare voce che noi avremmo messo il nuovo prodotto in commercio prima del previsto, i vari competitors annunciarono prodotti simili un anno prima del previsto. Questo significava danno economico più incidente diplomatico con i competitors.

In seno all'azienda... questo significava che qualche testa sarebbe saltata.
La riunione di cui parlava Sonia era appunto la riunione per ricostruire quello che era successo e capire chi avesse sbagliato e dove. Ciò significava che la testa che rischiava di saltare per prima era quella di Sonia, più qualcun'altra in aggiunta in caso di giustizia sommaria.

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